martedì 7 febbraio 2012

REGOLE IN FAMIGLIA ATTRAVERSO IL GIOCO


Attraverso il gioco il bambino prende coscienza del suo spazio all'interno della società, delle regole, dei comportamenti condivisi. E' il momento in cui si impara a capire il diverso e a relazionarsi con gli altri. Si impara ad essere sè stessi.
La società di oggi cerca di rinchiudere in casa i bambini, di ovattare le loro vite, proteggendoli ed isolandoli dalla realtà. Ma i bambini reagiscono e si ribellano: irrequieti, distratti, capricciosi, annoiati, furbetti e conducono lunghissimi confronti o veri e propri conflitti con gli insegnanti ed i genitori.
Di conseguenza, i genitori di oggi si vedono in crisi: non riescono a capire quali possano essere i loro errori, come poter aiutare i loro figli a crescere. Si sentono disorientati.
Il genitore ha bisogno di scoprire concretamente, di vedere anziché immaginare le potenzialità del figlio, i suoi limiti nelle capacità d’uso del corpo, le curiosità e le abilità di elaborazione, di espressione, di utilizzo di strumenti, le difficoltà e le tecniche nel destreggiarsi in mezzo al gruppo. Tutto ciò è possibile osservandolo, trascorrendo del tempo con il proprio figlio, giocando insieme. Ma quali saranno i giochi migliori per i nostri bambini? Quando un'attività può perdere il suo fine educativo?
Certo, non si può continuare a pensare che solo il gioco di una volta sia quello giusto, che il gioco senza materiali o quello che veniva fatto in cortile sia migliore di qualsiasi altra attività ludica. In questo modo si rischia di non vedere le esigenze dei bambini di oggi.
Oggi, il mercato del giocattolo determina i cambiamenti culturali e sociali, aiuta il bambino ad abituarsi a consumare, a volere tutto e non sapersi accontentare. In questo modo si crea un'ulteriore modo di giocare: soli, circondati da oggetti che il più delle volte annoiano piuttosto che stimolare la fantasia e la creatività. La parola d'ordine per i bambini fino ai nove anni è proprio MAGIA. Tutto ciò che gli permette di inventare, creare, fantasticare è fonte di divertimento.
Gli ambienti, di conseguenza, non possono essere solo contenitori di attività, ma devono diventare delle strutture educanti, il bambino deve poter entrare in relazione con esse. 
La formazione della personalità e la costruzione dell’identità passano attraverso le relazioni, la condivisione degli interessi, le curiosità, i confronti, i litigi, l'imparare ad aiutarsi reciprocamente. L'essere in grado di fare amicizia e di essere solidali è la medicina contro l'isolamento. 

Bisogna, perciò, attraverso il gioco, guidare il bambino verso relazioni solide, interessi sani, capacità di confrontarsi e di saper dire ciò che si pensa senza essere invadenti. E' importante cercare di non essere genitori che reprimano i propri figli. Essere apprensivi è normale, ma dobbiamo pensare che la scoperta delle emozioni, dell’ansia, dell’ignoto, della paura, della concentrazione, dell’attesa, generano la capacità di conoscersi, controllarsi, dominarsi per i bambini; l’opportunità di considerare il rischio del proprio agire, di valutarlo, di prenderne le misure, induce all’attenzione e diventa una forma di prevenzione. Questi stati d'animo sono strettamente legati alla conquista dell'autonomia per il proprio figlio.
E' importante, giocare con i propri figli, stabilendo delle regole condivisibili, sia per l'adulto che per il bambino. La regola non è giusta solo perchè l'ho detta io, ma perchè l'abbiamo creata insieme e compresa. E' un po' quello che succede nei rapporti con gli altri. Inseriamo nel gioco ciò che la quotidianità ci richiede. 
Il passo successivo, sarà la conquista dell' autocontrollo da parte del fanciullo. Esso è il risultato del passaggio dalla regola imposta alla regola compresa, condivisa, praticata.
Se il gruppo condivide, non è necessario codificare tutto, anzi, si può arrivare progressivamente ad una situazione di pochissime regole. Meno regole imposte ci saranno è più la famiglia diventerà un ambiente sereno in cui condividere spazi e idee.

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